RUMINATIO SINODALE – 10
1° tema: “I compagni di viaggio”
Se ogni viaggio parte da un sogno, alla fine di un viaggio, vissuto da soli o in compagnia con altri viandanti, restano sempre tra le mani e nel cuore album di ricordi: parole, immagini, emozioni…, piccoli frammenti di strada, di vita, di quanto ora non c’è più, se non nella memoria di quanto è stato.
Se un sogno da realizzare è il punto di partenza per un viaggio, il senso di un cammino in avanti e la motivazione a proseguire il sentiero anche là dove esso diventa più difficile, la meta raggiunta è sì motivo di soddisfazione, ma questo non basta, o è poca cosa. Originale ed unico è trasformare invece una meta raggiunta in un nuovo inizio, in un nuovo viaggio, in un nuovo sogno, che anch’esso potrà realizzarsi un giorno anche oltre e, incredibile a pensarci, anche senza di noi.
Ammetto che l’idea non è mia, l’ho presa in prestito da tre amici, ma trovo bello e motivo di respiro a pieni polmoni provare a spostare l’attenzione dai frutti raccolti, dai risultati raggiunti alla fine di una grande fatica – come quella del viaggio della vita – ai semi che ciascun frutto porta con sé. Sono futuro i semi, sono motivo di speranza i semi, di vita sempre oltre il limite di ogni vita; ma occorre che essi siano messi nella condizione di poter iniziare il loro viaggio. Ebbene, l’idea è quella di sfruttare la potenza di un seme e di conquistare spazi sempre più verdi di vita lanciando palline di semi nel deserto, lasciando al futuro l’arte delle possibilità.
Non può essere così anche nella vita di ciascuno di noi? Certo che sì!! Dai frutti ai semi di nuovi sogni, perché tutto continui e abbia un senso anche dopo di noi. È la speranza, quella vera e infinita, che ci attraversa e che prosegue il suo viaggio dal cuore dei padri in quello dei figli, da una madre alla sua bambina. Semi di speranza, di mano in mano, così come di cuore in cuore, senza fine, nell’infinito dei tempi e degli spazi dell’umanità.
Ci sono, allora, semi di speranza da lanciare nel futuro della storia, perché là dove essi un giorno germoglieranno, altri viandanti possano fare tesoro delle esperienze di precedenti esploratori del tempo.