don sergio carettoniblog curato personalmente dall'autore
A volte basta il canto di un gallo!

A volte basta il canto di un gallo!

Il Cristianesimo non è una morale, ma è una relazione, la più intima, un’amicizia personalissima con Gesù. È un’intelligenza di Vangelo, che non si riduce solo alla capacità e alla bravura di capire bene che cosa troviamo custodito dentro le migliaia di parole dei testi sacri; è un’intelligenza di Vangelo che trova la sua fonte nella semplice e umile relazione con Gesù. Da qui traspare poi un succedersi alternativo di pensieri, le più coraggiose scelte e azioni mai viste in circolazione, gesti profetici e atti evangelici, imprese da autentici testimoni dell’amore di Dio.

Il Cristianesimo è una sfida, quella dell’amicizia con Gesù, unica e irripetibile con lui, al singolare e al plurale nella vita sia di ogni singola persona sia di ogni singola comunità di discepoli del Risorto e, durante e alla fine, della Chiesa tutta intera. È una sfida lanciata dentro a tutte quelle altre storie di amicizia umana, che si contraddistinguono pur sempre per la bellezza della relazione tra persone, ma che a volte risultano essere anche graffiate dal male degli uni sugli altri.

Indipendentemente dal contorno amicale in cui ciascuno è nato, cresciuto e attualmente impegnato, la propria amicizia con Gesù dà a tutti la libertà di restare in qualsiasi situazione di vita uomini e donne liberi, perché amici dell’Uomo più libero fra tutti; persone che camminano per le strade della storia, restando cittadini dentro di un’altra Storia, quella di Gesù. Il legame affettivo con Lui ci mantiene notte e giorno aperti alle sfide e alle domande del mondo moderno, impegnati a coniugare con delicatezza e amore le esigenze di un mondo secolarizzato con le stesse esigenze della fede, illuminati nel difendere le radici del Cristianesimo senza per questo uccidere quelle del mondo moderno, semmai restando sempre umili ascoltatori delle domande più acute del mondo d’oggi per cercare e per trovare le risposte più belle, più vive, che lo stesso Signore Gesù ci suggerisce di annunciare con il suo amore.

È questione dunque di sensibilità, quella dell’amicizia con Gesù, per intuire e per riproporre al mondo la sua vocazione, e questo servizio alla verità dell’esistere del tutto, grazia e mediante la luce della propria vita. Ne consegue che, in una equilibrata obbedienza all’unità e nell’autodifesa dallo spirito autoritario della divisione, la Chiesa saggiamente è consapevole della sua maternità, che non cresce mai per proselitismo ma per attrazione; e le persone più sensibili questa attrazione della maternità la capiscono bene, la sentono a pelle, perché esse sono le prime ad essere attratte da tutto ciò che risulta ai loro occhi luminoso, caldo e avvolgente.

Tuttavia, rifuggendo qualsiasi tentazione di negare l’importanza di una vita vissuta e guidata grazie al valore illuminante della morale cristiana, c’è anche da ammettere che per la stragrande maggioranza delle persone non è per nulla attraente e coinvolgente un freddo imperativo all’ossequio formale del singole norme etiche. Per tanti cristiani non basta più né una mera elencazione di precetti né la loro applicazione tale e quale per dire di essere a pieno titolo cristiani; prima di tutto è necessario conoscere la fonte, Gesù, di questo nuovo stile di vita. Solo dopo, scoperto in Gesù l’amico, per l’amico Gesù si è disposti a cambiare molte cose della propria vita, se non addirittura proprio tutto, perché da che mondo è mondo l’amore ha la capacità di cambiarci la vita dentro e fuori. Cristiani si è anche nelle azioni della vita, certo, rispettando un codice etico di riferimento personale e comunitario, per rilanciare la via della liberazione da qualsiasi forma di peccato e di male, per essere a pieno titolo cittadini di una Chiesa che accoglie in sé il desiderio di libertà di tante altre persone, illuminate ad una ad una da Gesù attraverso la luce invincibile del Vangelo.

E con Gesù la libertà sta tutta all’interno di una storia d’amicizia con Lui! Ecco perché a volte basta il canto di un gallo, il proprio, quello intonato del Vangelo, per risvegliare in ciascuno la coscienza dei propri errori e la memoria di un’amicizia stupenda che vive dentro ciascuno e che, sia da soli sia insieme, può continuare a vivere con Gesù, il Signore risorto!

don sergio carettoni