Forse siamo troppo intasati dentro dal confuso vai e vieni delle controfigure e dal battito della memoria delle persone che abbiamo incontrato e conosciuto ieri, o con cui siamo ancora oggi in corso di relazione, che a stento riusciamo a fare attenzione e a dare importanza a quanti ci mancano alla conta dell’amicizia.
C’è chi c’è, chi è rimasto ancora accanto a noi, per fortuna e per magia; ma c’è anche chi non c’è più, o non ancora; chi se n’è andato dalla nostra vita per ragioni tutte sue; o chi ancora non è arrivato, perché adesso non è la sua ora o, forse, in ritardo per un imprevisto nel suo percorso di avvicinamento; e c’è anche chi non tornerà più indietro, perché è finito un tempo insieme e ora è il momento di un nuovo viaggio, il suo, nella libertà da noi.
Del nostro rincorrerci nei corridoi della nostra interiorità, dell’uno nell’altro dell’amicizia, tra note dorate, sinuosamente volteggianti nell’aria che respiriamo, dentro di noi resta la magia di una musica che risuona solo dentro e che nessuno potrà mai fare sua, alti e bassi di intimità di pensieri, di emozioni e di ricordi; una melodia avvolgente, quella della vita, musica di amicizia che nonostante tutto riempirà ancora ogni dimensione del cuore, là dove insieme abbiamo solcato nel tempo percorsi condivisi.
Nel ritmo e nel volteggio della danza, che sentiamo il bisogno ogni giorno di abbracciare per restare vivi, c’è uno spazio in ognuno di noi per ospitare ancora con dolce nostalgia quelli che ora sono gli assenti, ma che domani potrebbero essere o ritornare ad essere ancora i nostri angeli custodi.
Perché no? L’assenza di una persona in noi ci educa al bello di ciò che non c’è più, al bello di ciò che, non sappiamo, ci potrebbe essere ancora, perché il nuovo è sempre un mistero di luce e di gioia, perché il cuore non si stringe mai in un pugno di morte, ma ad ogni nostro passo resta aperto e dilatato all’infinito dell’amore.