don sergio carettoniblog curato personalmente dall'autore
Ammettere la Chiesa per permettere la Chiesa

Ammettere la Chiesa per permettere la Chiesa

È raro imbattersi in una parrocchia al di fuori della comunione della Chiesa. Ogni piccola comunità cristiana, la più vicina o la più lontana rispetto alla centralità di Roma, a sua volta è testimone di una centralità ancora più grande ed universale, quella del Risorto. Ogni parrocchia è luogo, tempo e spazio, in cui è nuovamente possibile fare esperienza del Signore Risorto; e questo ancora oggi, nonostante le difficoltà del momento.

Benché di colorazioni diverse per caratteristiche locali, per storia, per esperienze originali, per efficientismo e per spiritualità, ogni parrocchia porta in sé quel qualcosa che la rende geneticamente legata alla universalità della Chiesa intera: la medesima forza dello Spirito santo, perché – con le dovute differenze – ogni piccola parte della stessa Chiesa risulta essere una continua e permanente esperienza di Pentecoste all’interno dello scorrere della storia dell’umanità.

Entrando in contato con la singola comunità cristiana, fin da subito è importante riscoprire ed affermare in essa il valore e la necessità di riconoscere a ciascuno dei suoi fedeli il diritto e la bellezza del suo alimentarsi da solo, e in forma comunitaria insieme a tutti gli altri, alla duplice radice sia della Sacra Scrittura sia della Tradizione della Chiesa; esperienze queste che devono essere e restare le sorgenti comuni, condivise, e facilitate in ogni forma ed esperienza di parrocchia.

Ammettere che Dio nella Chiesa c’è e permettere a lui di muoversi liberamente, questo sì che fa la differenza: è un riconoscere a lui il primato, il ruolo di protagonista indiscusso della salvezza, della consolazione, così come della gioia e del perdono di ogni singola persona.

Che si trovi al centro o alla periferia dell’attenzione del mondo, e talvolta anche della stessa rete tra parrocchie, per quanto si possa colorare nel tempo della sua originalità locale, anche per la vita di una piccolissima comunità parrocchiale le radici della Sacra Scrittura e della Tradizione Apostolica restano sempre le stesse, quelle comuni a tutte le altre parrocchie della Cristianità. Certo, qui si parla di radici condivise con tutte le altre parrocchie del mondo, radici che parimenti alimentano l’originalità della singola comunità locale. In entrambi i casi, universale e particolare sono manifestazione dell’unica Chiesa, della forza delle medesime radici, sempre da rispettare e da facilitare nella loro crescita in profondità e nel loro sviluppo in larghezza.

don sergio carettoni