lunedì
terza settimana di quaresima
Risvegliarsi all’alba di un nuovo mattino è voglia di riprendere in mano ancora una volta lo spartito di quella personalissima musica interiore che ciascuno va componendo ed eseguendo, giorno per giorno, per provare, per verificare, per confermare la melodia del suo lasciarsi trasportare dalla delicatezza delle singole note.
Non solo le parole, ma anche la musica è capace di contenere e di narrare ad arte i frammenti del proprio esistere, respiri in entrata e in uscita, racconto di quanto giorno e notte attraversa mente e cuore, contemplazione estasiata di tutto ciò che gratuitamente colora la nostra stessa vita.
Al risveglio è tutta una ouverture, un rimettersi in moto di pensieri, di emozioni, di desideri che via via iniziano a dialogare intimamente tra loro, per trovare il senso profondo di un nuovo intreccio di sguardi e di abbracci. Il risveglio interiore è soprattutto questione di gusto per le cose belle, originali e uniche della propria storia personale.
È un non lasciarsi imprigionare, il risveglio, in quegli anfratti spesso bui, poco rassicuranti, che costeggiano pur sempre il bordo della linea del proprio cammino; vuoti dentro i quali qualche volta abbiamo la tentazione di nasconderci per un po’, addirittura di rinchiuderci per tempi più lunghi, per paure, non voglie, fragilità del tutto personali e, a motivo di qualche ferita, smettere di proseguire il viaggio che stavamo vivendo.
Ma le note del proprio risveglio portano in esse la forza della magia di penetrare e di attraversare anche il buio della notte più oscura e raggiungere il punto più lontano del nostro cuore, l’angolo più nero della nostra mente, e lì risuonare e lì risvegliare la vibrazione di un nuovo mattino, quello originalissimo della Fede.
Liturgia della Parola:
2Re 5,1-15a
Sal 41 e 42
Lc 4,24-30
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