don sergio carettoniblog curato personalmente dall'autore
Con l’affetto possibile dei pensieri tra loro

Con l’affetto possibile dei pensieri tra loro

Con quanta delicatezza si può abbracciare, si può avvolgere un pensiero; con quanta cura accompagnarlo, seguirlo, non lasciarlo solo. Con quanta emozione nutrirlo e riscaldarlo, nei momenti affamati e gelidi della vita; vedere crescere un pensiero, strutturarsi, restare saldo in piedi. Con quanta soddisfazione accorgersi poi che quel pensiero ha preso vita, è divenuto concreta realtà, si è rivelato storia di luminosa bellezza.

E quando ogni singolo pensiero entra serenamente in relazione con gli altri pensieri, con quelli che lo hanno preceduto, e già si pone positivamente disponibile verso quelli che lo seguiranno, tocchiamo con certezza il valore inestimabile dell’armonia interiore, della pace interiore, dell’affetto possibile dei pensieri tra loro. Non è in gioco l’arte di una fredda ragione da impugnare come una spada, ma la capacità di ogni singolo pensiero di passare ogni volta dal cuore, per imparare ad essere qualcosa di fecondo, di amabile, di tremendamente affascinante e passionale.

Tutti siamo soliti fare con la mente certi viaggi, viaggi mentali, non per questo sempre negativi o pieni di sciocche illusioni. Viaggiando, abbiamo imparato a cavalcare orgogliosamente i nostri pensieri, uno dopo l’altro, a velocità diverse, a seconda dell’intensità e della velocità che devono prendere certe andature. Dall’esperienza della vita abbiamo imparato anche a destreggiarci con i nostri pensieri, soprattutto quando le condizioni ambientali non sono delle migliori, quando le avversità o gli imprevisti della nostra vita cioè rischierebbero davvero di paralizzarci.

La positività anche di un solo pensiero è paragonabile al calore di una carezza, quando lentamente essa ci arriva dentro e ancora più giù, là dove ci sono cose che ci fanno male e che ci chiedono di essere guarite. I pensieri del cuore possono diventare una medicina, una cura da fare, un balsamo di fiducia nella potenza del Bene su tutto.

Ed anche se qualcuno ci provoca con la domanda su come sia possibile volersi sempre bene tra persone, evitando di arrivare a farsi addirittura del male, quando spesso il pensiero di una persona potrebbe iniziare a duellare e a ferire i pensieri di un’altra persona, proprio nei giorni in cui il cuore diventa silenzioso come un sasso, apparentemente senza vita, la forza del Bene non smette di insegnarci che siamo solo noi gli artisti virtuosi della nostra gioia più vera. Il Bene ci insegna a trasformare i pensieri in note, a suonare la melodia di una musica dalla dolcezza impareggiabile al ritmo dei rumori dei propri dolori, perché anche il bello e il brutto della nostra vita trovino un orecchio divino pronto all’ascolto, lassù in cielo.

don sergio carettoni