don sergio carettoniblog curato personalmente dall'autore
Di nobiltà si rivestì l’orecchio mio

Di nobiltà si rivestì l’orecchio mio

RUMINATIO SINODALE – 17
2° tema: “Ascoltare

Vi è un’arte nella capacità di ascoltare una persona, un’arte che subito rivela a noi stessi chi siamo veramente, che cosa sta abitando in quell’istante la nostra mente e il nostro cuore mentre siamo lì davanti a un altro; un’arte che porta alla luce di tutti l’arcobaleno delle nostre verità più profonde.

Se siamo maestri nell’uso delle parole – tanto da arrivare a celare dietro esse quello che abbiamo scelto di dire o di non dire, nell’atto di ascoltare una persona ci «freghiamo» da soli, perché diventa evidente a tutti come per alcuni abbiamo orecchie d’oro, per altri quelle d’argento, per altri ancora quelle di poco valore, fino ad arrivare all’innegabile verità che per certe persone orecchie non abbiamo.

Domandarci quanto spazio c’è nel nostro ascolto per la voce delle minoranze, degli scartati e degli esclusi dalla realtà sociale che ci circonda, questo disturba non poco l’equilibrio della nostra serenità interiore, fino a graffiarci dentro e a spingerci di fronte allo specchio della nostra coscienza personale e di gruppo e, così, confrontarci violentemente con le incrostazioni del nostro spirito.

Prestare attenzione e ascolto solo ai grandi del momento, a quanti attribuiamo loro importanza e rilevanza nella nostra vita può essere quella scelta di auto elevazione che pagheremo poi a caro prezzo con la moneta della delusione, dell’abbandono e della derisione, della emarginazione e dell’isolamento e, infine, della nostra solitudine.

Fare dell’ascolto una questione di nobiltà della nostra vita è accettare la sfida di rendere ancora più belle le nostre relazioni, soprattutto con le persone definite gli scarti, gli «ultimi» della storia, ma non certo del nostro essere persone di cuore.

don sergio carettoni