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Distillatori del miracolo della creatività

Distillatori del miracolo della creatività

giovedì
terza settimana di quaresima

Quando penso alla facoltà umana della creatività mi viene subito in mente l’immagine, un po’ azzardata, di una distilleria di grappe. Dall’arte della coltivazione delle viti all’arte della vendemmia, all’arte della pigiatura dei grappoli d’uva, al travaso del vino novello in botti e poi bottiglie, all’arte della conservazione del vino nel sacrario di una cantina… Un contadino potrebbe pensare di avere toccato così l’apice della sua arte di vignaiolo. La bontà poi di un pregiato bicchiere di vino diventa ogni anno l’attestato di eccellenza, il diploma di squisita qualità.
Ma la creatività è qualcosa che sta ben oltre i risultati della normalità. Nel nostro esempio, la creatività va ben oltre la coltivazione delle viti, la vendemmia, la pigiatura dell’uva e l’imbottigliamento del vino. È un riprendere in mano la bontà di un prodotto e, grazie al fuoco della propria passione per il bello dell’uomo, riscaldare, far evaporare, raffreddare e ritrovarsi tra le mani qualcosa di totalmente nuovo rispetto a prima, il risultato di un processo di elaborazione dei doni di Dio, che diventano ancora di più, all’ennesima potenza, sapore, forza e gusto di tutta una vita.
La creatività non copia nulla, non ruba niente a nessuno, semmai è quell’arte di andare oltre il limite del naturalmente normale e trasformare il buono in qualcosa di eccellente, l’originare di se stessi e degli altri nel virtuosismo dell’unico al mondo.
Come un bicchierino di grappa, speziata con l’aggiunta dell’essenza delle proprie qualità personali, la creatività è da usarsi a piccole dosi, perché la sua apprezzabilità non è nella quantità ma nell’originalità della sua qualità. Dal vino alla grappa, dalla bontà e dall’eccellenza di una dote personale a un dono, a un miracolo per la vita.
Che dire, allora, se non “cin-cin” e buona creatività a tutti!

Liturgia della Parola:
Ger 7,23-28
Sal 94
Lc 11,14-23

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