martedì
prima settimana di quaresima
Quanto scioccamente accusiamo Dio di imporci il rispetto cieco di una tale mole di precetti e di leggi da rendere quasi impossibile il nostro ingresso in Paradiso.
Certo, il Paradiso è per chi lo vuole, per chi lo desidera raggiunge con il suo cammino di conversione e di vita evangelica. È anche premio e corona il Paradiso per una storia personale vissuta nella dimensione infinita della fede, della speranza e dell’amore, sapendo benissimo che alla fine resterà solo l’amore a chiarire, soppesare, giudicare la nostra identità di figli e di figlie di Dio.
È questo, l’amore, il chiavistello che serra o libera la porta del Paradiso. È l’amore la forza che spalanca o tiene bloccata la porta di Dio; ed è sempre e solo l’amore l’unica soglia da varcare in anticipo, al di qua, e finalmente un giorno nell’aldilà, nella gioia degli amici di Dio.
Quanto scioccamente accusiamo Dio di barricarsi dietro la porta del suo Paradiso, nella festa del suo regno, Lui dentro e tanti altri fuori. Ancora stentiamo a capire che la porta del Cielo è sì chiusa, ma dal di fuori, cioè da noi stessi, dalle scelte abbracciate in passato e da quanto stiamo scegliendo di porre adesso nel profondo della nostra vita.
E di fronte alla porta chiusa del Cielo riecheggia una verità nel cuore: tutto sarà possibile, come per tanti così anche per noi, ma ogni cosa sarà determinata da quello che resterà alla fine sul palmo delle nostre mani: l’amore, biglietto e chiave per il cielo!
Liturgia della Parola:
Is 55,10-11
Sal 33
Mt 6,7-15
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