don sergio carettoniblog curato personalmente dall'autore
Fino alla porta del mio cuore

Fino alla porta del mio cuore

commento spirituale a
Mc 6,45-52

45 Subito dopo Gesù ordinò ai suoi discepoli di salire in barca e di andare sull’altra riva del lago, verso la città di Betsàida. Egli intanto avrebbe rimandato a casa la gente. 46 Dopo essersi separato da loro, salì sul monte a pregare.
47 Venne la notte, e la barca con i discepoli si trovava in mezzo al lago, mentre Gesù era ancora solo, a terra. 48 Egli vide che i discepoli erano molto stanchi perché avevano il vento contrario e faticavano a remare. Allora, sul finire della notte, venne verso di loro camminando sul lago.
Stava per oltrepassarli, 49 quando lo videro camminare sull’acqua: pensarono che fosse un fantasma e si misero a gridare. 50 Infatti tutti lo vedevano, e tutti erano presi da grande paura. Ma subito Gesù parlò e disse loro: «Coraggio, sono io. Non abbiate paura!». 51 Poi salì sulla barca, e il vento cessò. I discepoli rimasero pieni di meraviglia. 52 Infatti non avevano capito neppure il miracolo dei pani: si ostinavano a non capire nulla.

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Tu non solchi, Gesù, ma abiti le onde del mio mare; e là dove io vivo di paura per lo spumeggiare incalzante di emozioni e di pensieri, Tu mi chiedi di chiudere gli occhi, di fidarmi di Te, e di scendere in profondità, fino alle porte del mio cuore, là dove – come nei fondali marini – può esistere solo serenità e pace infinita.

La preghiera altro non è che una scala di giorni, gradi di immersione nelle profondità della mia vita, affinché mi aiutino uno dopo l’altro a scendere in un’altra profondità, quella del Tuo amore per me

 

don sergio carettoni