Il dovere di essere umani: questo ti impone di andare ben oltre le parole e i modi di fare di certe persone.
Basta che tu viva con presenza a te stesso e subito ti accorgi di come ti camminano accanto alcuni esemplari del genere umano, tronfi di se stessi e dei propri guai. Sono quel tipo di persone che non ti guardano negli occhi, non ti ascoltano, forse non ti ritengono neppure degno del loro egocentrismo, oppure temono il tuo volto perché esso richiama alla loro memoria ricordi di coscienza…
Che fare, allora? Lasciarti condizionare, farti bloccare nel tuo cammino di maturazione umana e spirituale? Cedere alla tentazione di continuare a pensare che tu valga nella vita solo per la considerazione che gli altri hanno di te? Smettere, quindi, di prenderti a cuore la tua guarigione emotiva di corpo, di mente e di anima? Certo che no, il dovere di essere umani diventa per te un imperativo di libertà e di concreto superamento di qualsiasi attaccamento auto-limitante.
Usando l’immagine delle sbarre di una prigione, in certi tipi di relazione le persone possono essere paragonabili ad aste di ferro che, incrociandosi tra loro, disegnano e riducono a quadretti il cielo della tua vita.
Non ti resta altro da fare, allora, che fissare la tua attenzione non più sulle sbarre, sulle persone limitanti, bensì sul vuoto che esiste tra di loro: uno spazio attraverso il quale, come dalle sbarre di una prigione mentale, puoi fuggire da qualsiasi forma di condizionamento interiore ed esteriore, verso la tua libertà. Questo vuol dire imporre a te stesso e agli altri il dovere di essere umani!