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Il silenzio di Dio è garanzia

Il silenzio di Dio è garanzia

venerdì
prima settimana di quaresima

Anche la Parola di Dio può essere parola di periferia, una parola che nasce e vive addirittura al di fuori di particolari e scontati recinti culturali e religiosi di contenimento.
Del resto, nessuno può avanzare pretese di contenimento o di gestione arbitraria dei pensieri, delle idee, delle parole, così come della stessa passione dialogica di Dio.
Da quando l’uomo ha scoperto la sua capacità di ascolto e di comprensione di un Dio loquace, ha iniziato anche lui a parlare con preziosità di senso e di significato una lingua fatte di pensieri oltre, di emozioni e di sentimenti orientabili al bene, una lingua che naviga parole che sanno varcare i confini limitanti della sua stessa esperienza umana; e i suoi pensieri di uomo e di donna, le sue emozioni, i suoi sentimenti, le sue parole progressivamente hanno iniziato a percorrere a doppio senso i sentieri del silenzio.
Qui, nel silenzio, l’uomo ascolta la sua voce interiore e quella, ancora più intrigante, di Dio.
A molti sembra un controsenso che Dio parli nel silenzio dell’uomo, eppure non solo con la sua parola, ma anche con il suo starsene zitto Dio abita con tutto se stesso la capacità di ascolto e di comprensione propri di ogni persona. Dio tace le sue parole, per disporre tutta la sua essenza divina all’ascolto delle parole dell’uomo e degli echi del suo mondo, anche del gemito più silente di una sua piccola creatura; e Dio entra così in relazione dialogica con il tutto dell’universo.
Il silenzio di Dio è garanzia di ascolto di ogni pensiero umano, tanto che l’esperienza di periferia della sua Parola è rinvenibile proprio là dove le voci del mondo hanno da dire tutte le loro cose e provano ad usare un volume di voce più alto della sola voce di Dio.
E Dio tace e Dio ascolta e Dio aspetta di dire la sua. Ecco perché la Parola di Dio abita oltre i confini della periferia umana, perché esiste un cuore, quello di Dio, che abita pazientemente l’oltre di ogni pensiero umano.

Liturgia della Parola:
Ez 18,21-28
Sal 129
Mt 5,20-26

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