Caspiterina, se riguardo ai propri figli non è ancora chiaro che c’è una grossa differenza tra l’essere genitore e generatore, siamo messi proprio bene!
I genitori mettono al mondo i figli, certo; ma non è altrettanto certo che tutti i genitori siano poi allo stesso tempo capaci di educarli. Di padri e di madri latitanti nel loro compito educativo una dopo l’altra le statistiche parlano chiaro. Altrettanto eloquenti sono i fatti di cronaca; pagine di giornali che raccontano quelli che possiamo definire “i fallimenti educativi delle famiglie”.
A questo punto sorge una domanda: Che cosa sta succedendo nel mondo degli adulti? Per ora non rispondiamo. La nostra attenzione è attratta, piuttosto, dalla facilità con cui il “mondo degli adulti” delega ad altri le proprie responsabilità educative. Quanti genitori, per paura di non riuscire a far fronte alle sfide dei loro figli, chiedono la collaborazione della scuola, della società sportiva, della parrocchia, del gruppo dei coetanei… e di quanti altri ancora?
Per esplicito o sommerso che sia, in molte famiglie è palpabile il sentimento d’inadeguatezza, della fragilità e della paura di fronte alle sfide lanciare dal mondo dei figli.
L’analisi potrebbe continuare all’infinito, tanto per aggravare il senso di insicurezza dei genitori e, talvolta, di adolescenziale arroganza dei ragazzi. Ma più che di analisi, è utile lasciarsi provocare da due domande: in fin dei conti che cosa cercano i nostri figli? Noi adulti, siamo davvero sicuri di avere compreso realmente i loro bisogni?
A mio avviso entrano in gioco tre cose: 1) Anzitutto, i figli avvertono l’innegabile bisogno di regole precise all’interno della loro relazione familiare. 2)In secondo luogo, essi sentono l’urgenza di precisare di nuovo su quali valori chiari di riferimento vale davvero la pena puntare, non i piedi dei loro capricci, ma la forza del loro sogni. 3) Infine, condividere in famiglia la scelta di sperimentarsi su alcuni ideali alti, certamente utili ai ragazzi, per imparare ad apprezzare reciprocamente l’esempio e la testimonianza di vita di ciascun familiare: padre, madre, fratello, sorella… nonni.
Anche se difficilmente lo ammetteranno a parole, i figli sognano una famiglia con regole, valori e ideali forti, dove i genitori sono stimati dai figli per la loro saggezza di vita, piuttosto che temuti per le loro imposizioni forzate. È fuori di dubbio che la responsabilità della qualità dell’offerta educativa è solo – e tale deve rimanere – dei genitori. Del resto, se educare è cosa del cuore, senza togliere niente a nessuno, chi più di un genitore deve essere il primo a dimostrare cosa significhi amare i propri figli. Ma se così non fosse, allora qual è il problema?