alla sera del giorno
12.11.2018
Può sembrare strano, e strano lo è per davvero, ma anche il diavolo ha le sue regole.
Anzitutto, quella di non farsi vedere in giro, di non apparire vistosamente dentro la pelle degli altri. Nascondersi, non farsi riconoscere, non svelare le sue vere intenzioni sono i tre verbi che gli permettono di agire tranquillamente fra i chiaroscuri delle relazioni umane. Anche se non è semplice, solo lui però ci riesce magistralmente, il diavolo sa stare alla larga da chi ha imparato a percorrere i sentieri che vanno in una certa direzione, nel suo caso lontano da chi percorre la via del bene. Se tutto si gioca tra il bianco e il nero, per lui è sicuro un colore, gli altri sono tutti della concorrenza.
Una seconda regola, più intrigante, è quella di fare di tutto e di più per confondere le menti, il sentire e il vedere di tante persone, non certo di tutte. Qui l’arte del diavolo non è quella di aggiungere qualcosa di diverso all’umano esistere di ciascuno, quanto quella di far credere e di portare l’umano alle somme altezze della sua illusione. Un po’ come se volesse dire che c’è sempre un pinnacolo del tempio per tutti. Bisogna ammetterlo però che la più grande confusione che ci possa capitare nella vita è quella di credere che il giusto, il vero, il bello, l’utile, il perfetto sia alla nostra portata, sia possibile a tutti, all’altezza dei nostri occhi, a lunghezza di mano, nella più scontata normalità. Tutto ci è dovuto, tutto è per noi, e ci stupiamo se le cose non rispondano al codice del nostro egocentrismo, del nostro tornaconto personale.
Infine, tra il migliaio di regole e di regoline ce n’è ancora una che ha tutto il suo peso, il suo fascino di seduzione: quella di tentare di stare bene, cercando di vivere alla giornata, un po’ così, alla carlona, senza darsi troppe norme e discipline di vita. È il pensiero dei fessacchiotti, degli sprovveduti dell’ultimo secondo, non certo del diavolo, il quale pensa ed opera con estrema precisione, dandosi un insieme di norme, un codice operativo, un sistema di procedure per fuggire lontano da ogni pericolo di Vangelo e per fare velocemente nuovi adepti al suo credo. Nessuno come il diavolo sa quello che vuole, sa pianificare come ottenerlo, sa rinunciare a tutto ciò che lo distrarrebbe dal raggiungimento dei suoi traguardi. In direzione opposta al bene, egli sa benissimo come costruire il male, facendo quotidiano ricorso alla sapienza del suo mestiere.
Finché non saranno addestrati e disciplinati da Te, o Signore,
non possiamo mandare in battaglia contro il male
i nostri sentimenti, le nostre emozioni e i pensieri della nostra vita.
Certo, combattiamo ciascuno stando dalla stessa tua parte,
anche se non fianco a fianco,
senza l’appoggio a pelle della vita degli altri.
Eppure, di fronte a colui
che fa delle nostre tenebre personali
il luogo della sua arte,
rischiamo di soccombere miseramente.
Tu non obblighi nessuno
a morire per ciò in cui non crede,
e molti errori li commettiamo
non perché seguiamo un altro credo,
ma per sciocca fragilità,
per stupida illusione,
pensando di stare bene ovunque,
tranne che qui, tra le tue braccia,
separati nel cuore con una lingua comune in testa.
In questo luogo e in tutti i luoghi della nostra vita,
in questa notte e in tutte le notti del mondo,
quando i ricordi bruciano più delle ferite,
a volte dobbiamo accontentarci e convivere con l’abbastanza;
e il tuo amore, Signore,
è un abbastanza d’infinito
che vince in noi il male
e riempie di Te il nostro cuore.