don sergio carettoniblog curato personalmente dall'autore

Lui ne sa più di noi

sabato dopo le ceneri

La notte oscura è una tra le esperienze spirituali più intime che ci possa essere nel cammino esistenziale di una persona, credente o non credente che essa si professi.
È quello della notte, esteriore o interiore, un mistero di oscurità senza fine, immenso per dimensioni di altezza e di profondità, come di vastità e di intensità sia nel cuore sia nella mente di un uomo e di una donna.
Talvolta, risultato di ciò che ha lasciato alle sue spalle la forza del male, la notte oscura diventa un mistero di presenze nere e inimmaginabili, percepite intensamente nelle profondità del dolore della propria anima.
Soprattutto lungo la via della fede non mancano momenti in cui l’oscurità attorno avvolge la flebile fiamma della propria fede e, con essa, anche il proprio cuore diventa dubbioso, timido e pieno d’ansia e di paura.
Per alcuni battezzati l’esperienza della notte oscura è preludio a un viaggio di Vangelo decisamente coraggioso, fino a rendere manifesto a tutti il segno di una santità di vita che sa dell’eroico. Per altri, purtroppo, la notte oscura diventa una prigione, una gabbia di dolore e di non senso, che solo la grazia del Signore può spezzare.
Per tutti i battezzati, comunque, la notte oscura si connota come quell’esperienze forte, che spinge ciascuno a chiedersi come sia possibile che a se stesso, e alle persone attorno, accadano fatti così gravi da suscitare non solo domande importanti, ma addirittura il rischio concreto di perdita della propria fede in Dio. Come contrastare la forza distruttiva del male? È quella del male una realtà che nasce dentro di noi o che, esterna al nostro DNA di credenti, improvvisamente invade gli angoli più impensati della nostra anima? Nonostante tutto quello che può accadere, come restare comunque fedeli alla propria relazione con la bontà amorevole di Dio? Se a lui apparteniamo, in virtù del battesimo ricevuto, com’è possibile che Dio permetta al male di afferrare, graffiare e distruggere la nostra vita?
Ma più che domande, abbiamo bisogno tutti di risposte, illuminanti e rincuoranti, perché se le prime non fanno altro che spingerci ancora di più nel ventre della notte oscura, le seconde splendono nel cielo della nostra notte come astri di speranza e di orientamento lungo i sentieri del Vangelo, verso la luce di Dio. Per quanto tremolanti e distanti possano risultare ai nostri occhi, sono queste luci di Vangelo a raccontarci della presenza, della vicinanza, della prossimità di Dio nel momento del dolore, della sofferenza e nella stagione del male. E dentro le ombre della nostra notte le luci di Dio a noi chiedono in cambio risposte di stabilità e di fedeltà al suo amore per noi.
Rinsaldati nella fede, caparbi nella nostra fiducia nel Signore, confidando sempre nel suo aiuto, pur non capendo più nulla di quanto ci sta accadendo attorno e dentro, non possiamo fare altro che credere con tutto noi stessi che Lui ne sa più di noi e che a tempo divino ci salverà dalle tenebre del nulla.

Liturgia della Parola:
Is 58,9b-14
Sal 85
Lc 5,27-32

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