sabato
terza settimana di quaresima
Servire o servirsi della Comunità cristiana? La differenza è abissale!
Alcune persone vivono la loro esperienza di Chiesa, in concreto di Parrocchia, nella inconscia e permanente illusione di ritenersi sempre nel giusto. Questa soggettiva certezza di non sbagliare mai, o in cose di poco conto, diventa la tentazione di tutti; e molti iniziano a misurare la fede e la vita spirituale degli altri alla luce del proprio metro di misura. Credere, poi, di essere nella vita della propria Comunità parrocchiale degli operatori pastorali unici, super, indispensabili, chiavi portanti di chissà quale volta di parabola di Vangelo, è qualcosa di pericoloso e di antievangelico.
Ai suoi discepoli, quelli di un tempo così come quelli di tutti i tempi, Gesù insegna che chi realmente opera all’interno della sua Chiesa è solo e unicamente lo Spirito di Dio; chi smuove l’impossibile e apre nuove strade nel deserto dell’umanità è sempre lo stesso Spirito; chi, infine, suscita i carismi, i cosiddetti talenti personali e comunitari, la generosità, la solidarietà, l’oblatività affettiva tra le persone della medesima Comunità parrocchiale è e resta ad ogni istante lo Spirito santo.
Ma perché ciò sia possibile è indispensabile giungere e passare attraverso l’esperienza della passione, della morte e della risurrezione dell’Uomo di Nazareth, di Gesù, il Cristo, per poi nascere di nuovo e crescere ancora di più a giusta misura come la Comunità dei figli e delle figlie della Luce!
Ogni servizio nella Chiesa, in particolare nella e per la propria Comunità parrocchiale, nasce dall’accoglienza in Sè della forza e della luce della risurrezione di Gesù, doni e potenze queste di vita eterna, che costruiscono già su questa terra incrollabili esperienze di Vangelo e di anticipata gioia, quella del Regno di Dio.
Nella Chiesa, dunque, servire equivale a vivere a piccole dosi il martirio della comunione, là dove questa è graffiata dalla forza distruttiva del Male, così come Gesù lo ha vissuto all’interno della sua esperienza umana e divina, fino a traghettare gioiosamente i suoi seguaci oltre ogni limite imposto dal compromesso umano, sempre e comunque verso la casa del Padre.
Liturgia della Parola:
Os 6,1-6
Sal 50
Lc 18,9-14
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