Ascoltare non è questione di orecchie, cioè il semplice e meccanico udire i suoni prodotti dai rumori e dalle parole, rimbalzanti poi nella mente o negli spazi che abitiamo ogni istante la profondità di una persona e di una storia.
Ascoltare non è neppure solo una questione di occhi, come quando udiamo l’eco delle parole che stiamo leggendo. Le parole riportate nelle pagine di un libro – soprattutto se si tratta del libro che contiene le Sacre Scritture –, non sono mute, bensì parlano alla mente e al cuore di chi le incontra, di chi desidera entrare sinceramente in relazione con esse.
Ascoltare è soprattutto questione di accoglienza di parole altrui, certo, ma, in modo del tutto personale ed intimo; accoglienza di emozioni e di significati trasportati come su navi da ciascuna singola composizione di vocali e di consonanti.
Dio comunica così, nella creatività delle sue parole; Dio lo si ascolta così, nella capacità di decodificare i suoi messaggi. In modo personalissimo, e al tempo stesso comunitario, Dio parla e si lascia ascoltare nei significati e nelle emozioni delle parole che le persone riescono a capire e a balbettare, tendendo l’orecchio del proprio spirito e volgendo lo sguardo dell’anima nella direzione dell’Infinito.
Rivolgendosi alla comunità dei primi cristiani di Roma, l’apostolo Paolo spiega loro come dal tipo di ascolto che si presta alla Parola di Dio, da come si impara a fare memoria della narrazione della storia del suo amore per e dentro la storia dell’umanità, dipende un tipo di fede convinta o un tipo di fede presto fragile e in constante. Paolo scrive: «La fede dipende dall’ascolto della predicazione, ma l’ascolto è possibile se c’è chi predica Cristo» (Rm 10,17).
Ascoltare non è solo un imparare a memoria le cose, le nozioni e le verità della fede; semmai ascoltare è un entrare gradualmente, giorno dopo giorno, in relazione intima con la persona di Gesù, verbo sì a suo tempo fatto carne, ma sempre pronto e generosamente disponibile ad abitare di nuovo la carne, cioè la vita concreta delle persone, la storia di coloro che lo accolgono largamente nella loro mente e nel loro cuore.
E per i discepoli di Gesù, appartenenti al passato, al presente o al futuro della Chiesa, tutto si gioca, quotidianamente, dentro una manciata di minuti quando, innamorati del loro Signore, non smettono di cercare il modo di mantenere viva in essi l’arte della pesca e della propria alimentazione spirituale grazie al miracolo di un mare della parola di Dio sempre generoso e ricco di vita.
Non resta altro da fare, allora, che tuffarsi quotidianamente dentro le pagine della sacra Scrittura, in un mondo di storie e di esperienze di vita moltissime delle quali hanno conosciuto davvero il mistero di Dio e il mistero della propria salvezza. È il mondo degli autentici testimoni della fede, testimoni di un Dio ascoltato davvero nella sincerità del proprio cuore e nella creatività della propria mente.
Alla fine, questo modo di ascoltare non può produrre altro che bellezza e santità dentro la propria vita, fortezza nella fede, speranza contro ogni avversità, il coraggio di un amore vissuto in tutto e per tutto verso Dio e verso gli altri compagni di strada.