Ahimè, non c’è cosa più errata di credere che ogni uomo sia capace di pensare, cioè di concepire con la sua mente le idee del proprio vivere. Al contrario, per la maggior parte delle persone questo non è vero, poiché esse chiamano pensieri ciò che in realtà sono soltanto delle semplici riflessioni fatte a partire da ciò che perviene dal loro corpo emotivo (sensazioni, emozioni, desideri) o dall’ambiente loro circostante.
Stando così le cose, da una parte abbiamo riflessioni, non pensieri, che esistono dentro l’uomo, come frutto e risultato delle sue sensazioni – quasi che si trattasse di un pensare con il corpo, grazie al corpo, mediante il corpo: tanto è vero che alcuni credono che senza corpo non vi è produzione di pensiero. Dall’altra parte abbiamo riflessioni conseguenti al ripetuto incalzare di stimoli che provengono dall’esterno e che le persone ingenuamente ritengono frutto del proprio ragionare.
Niente di quanto detto finora, cioè i pensieri dentro e fuori di noi, ha senso, valore e qualità, poiché questo modo di pensare dell’uomo è decisamente legato alla vita materiale ed ai suoi innegabili bisogni. Del resto, se la mente, luogo del pensiero, fucina delle idee pure, è paragonabile ad una piazza pubblica, dove si incontrano innumerevoli persone per scambiarsi discorsi di ogni tipo, allora è necessario fare “piazza pulita” di questi cosiddetti pensieri, per imparare a pensare nella verità, per essere presenti a se stessi nell’uso della parola pensata e proferita.
Pensare è, dunque, concepire idee pure che vanno ben oltre il limite del corpo del singolo uomo e dell’invasione in lui dell’ambiente in cui egli vive. Pensare è iniziare un viaggio liberalizzante, fantastico, creativo, che realizza la natura stessa di ogni persona: essere un Essere per l’Infinito.