domenica
seconda settimana di quaresima
anno B
Tutto quello che abita la nostra vita, bene e male, quello che ci pulsa dentro da mattina a sera, ogni frammento di noi cerca la via del ritorno al pensiero e all’atto primitivo e originario dell’amore di Dio. E un innato anelito d’Infinito ci definisce, ci tiene svegli, ci fa frugare dentro le tasche della vita.
Non è solo questione di chi abbia abbracciato la scelta e la via della fede in Dio. Anche chi è ancora lontano dalla fede, anche chi dubita o nega volutamente l’esistenza di un Assoluto divino, addirittura, anche chi vive un percorso spirituale diverso da quello proposto da Gesù di Nazareth, intuisce di non bastare a se stesso, sente il bisogno di un di più che lo completi esistenzialmente.
La sapienza della Chiesa ci insegna e ci ricorda che ogni uomo, che ogni donna, in quanto persona, con le colorazioni del suo essere frammento d’umanità, nell’atto di cercare la sua identità profonda di essere vivente scopre e ammette che il suo esistere proviene da una realtà più grande rispetto alla sua piccola persona; riconosce un misterioso e profondo anelito all’oltre del suo respiro; tende fin dall’intimo della sua identità di figlio o di figlia dell’umanità a entrare nell’Infinito di Dio, non come turista, bensì come cittadino a pieno diritto della felicità.
E così, ci ritroviamo tutti, come persone, dentro un raggio di luce, in cammino con Lui!
Liturgia della Parola:
Gen 22,1-2.9a.10-13.15-18
Sal 115
Rm 8,31b-34
Mc 9,2-10
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