RUMINATIO SINODALE – 11
2° tema: “Ascoltare”
È dentro un fiume inarrestabile di suoni e di rumori, di vibrazioni e di parole che navighiamo tutti ogni secondo. Dal sorgere al tramonto del sole, così come pure dentro lo scorrere rallentato delle ore della notte, ciò che non sentiamo più con le semplici orecchie, lo udiamo ancora di più nell’eco dei pensieri e dei ricordi.
Non manca all’appuntamento con quanto ci abita dentro, lo spartito delle mille voci che ancora ci parlano e risuonano in noi, non manca quell’insieme di emozioni del tutto personali che ci differenziano gli uni dagli altri, ma che ancor di più ci caratterizzano gli uni rispetto agli altri, proprio per il peso e per il senso che diamo a tutto ciò che esiste fuori e dentro di noi.
Più che il semplice percepire vive e presenti le cose attorno, il nostro ascoltare ha a che fare con la voce che ogni cosa sprigiona da sé, non solo per segnalare la sua presenza nel mondo, ma per raccontare quel qualcosa di unico che la abita e che la rende a sua volta unica e irripetibile. Ascoltare le voci del mondo, essere spazio di accoglienza e di custodia di tutto ciò che si racconta, è un modo consapevole di vivere il proprio esistere dentro un tessuto di relazioni tra persone e con il creato intero.
Se ascoltare richiede il coraggio del primo passo oltre se stessi, è un passo del tutto in avanti e verso l’apertura quello che ci viene chiesto dalla vita. Il nostro attraversare mondi sconosciuti è un ascoltare quanto ancora non possediamo; è un accogliere e un raccogliere dentro di noi le diverse e stupende melodie e forme di vita.
È voce che parla alla nostra interiorità il rumore dell’acqua, così come del vento, così come il verso di un animale, il borbottio di un temporale, fino alle parole di una persona a noi accanto, fino al silenzio di Dio, Colui che ci parla non solo facendo suo l’uso di vocali e consonanti d’uomo, ma con le sillabe dell’Infinito. E il primo passo dell’ascolto ha questa direzione.