Nell’arte di cucire tra loro i pensieri, unirli gli uni agli altri, non abbiamo solo bisogno di una buona vista o di un buon paio di occhiali. Come in tutte le cuciture della vita abbiamo bisogno di ago e filo, coraggio il primo e costanza il secondo, per fare una resistente cucitura a punto croce sul tessuto della nostra storia personale.
Nell’arte, però, di cucire tra loro emozioni e sentimenti, abbiamo ancora più bisogno di ago e filo speciali, delicatezza il primo e amore il secondo, in un lavoro di paziente punto croce e di estasiato ricamo della bellezza di un cuore, capace di trasformare ogni frammento della vita di una persona in un’opera d’arte.
Cucire con la mente, cucire con il cuore sono insieme il risultato di una sensibilità fatta non di tagli, di spaccature, di strappi, semmai di riavvicinamenti, di incontri e di nuovi legami dentro i confini del tessuto della propria vita.
Se da una parte l’ago risulta essere pungente, aggressivo, tuttavia ogni volta esso porta con sé una capacità di fecondità e di dono che stanno tutte nella sua cruna, all’interno della quale c’è un filo pronto a scorrere dentro i nostri varchi interiori. Così è del filo, ruvido o liscio che sia, fino a quando non è giunto alla fine della sua corsa esso scorre con consistenza e colore dentro gli stessi varchi della nostra personalità, per andare via via a realizzare un disegno che racconti a parole sue la bellezza di una storia, la nostra.
Questo per dire che alla porta delle ferite della nostra persona si presenta sì quel qualcosa di pungente, l’ago della vita, ma questo, a sua volta, reca in dono quel qualcosa di estremamente prezioso, il filo rosso o d’oro di una vita, esperto nel legare tra lori i mille aspetti di una storia tutta da raccontare e che solo alla fine sarà comprensibile in tutta la sua originale bellezza.
A meno che non si decida il contrario, un ricamo è per sempre, così come una sola volta e per sempre avviene il passaggio di un ago e del suo filo a cometa, là dove essi dovevano passare e lasciare traccia del loro viaggio. Alla fine ne risulta un disegno, a punto croce, di ago e filo, di cruna e di colore, che raccontano lo scorrere in noi stessi, in quello che siamo, dentro le ferite della nostra vita, la preziosità di un dono che ci aiuta a legare, a serrare e a saldare tra loro le labbra delle ferite. In tutto questo c’è la possibilità che Dio stesso sappia fare di punto e, con arte, sappia far scorrere dentro le nostre ferite la forza, il colore e la consistenza del suo amore. La decisione di tirare con delicatezza ago e filo, la volontà di stringere punto a punto e legarli tra loro con arte e bellezza i tanti aspetti della nostra vita, sta a noi, in un atto di fiducia in Colui che conosce già in anticipo la bellezza di ciò che risulterà essere alla fine una vera opera d’arte, la nostra vita.