alla sera del giorno
10.09.2018
Agli albori del Cristianesimo moltissime preghiere furono composte usando la lingua latina. Tra le tante invocazioni recitate dai loro familiari per accompagnare in modo orante una persona defunta nel suo viaggio verso la casa di Dio, quella che più ebbe diffusione fu la preghiera del “L’eterno riposo dona loro, o Signore, e splenda ad essi la luce perpetua. Riposino in pace. Amen.”.
Recitata o canta, pronunciata quasi sempre sottovoce, fatta di parole imparate a memoria grazie alla loro facilità e brevità, quasi sempre sussurrate, molto spesso soffocate in gola a motivo delle lacrime, questa preghiera ha più un’eco nel proprio cuore che tra le pareti di una Chiesa. È lì, nel cuore, che parole, immagini, volti e ricordi si ricompongono tra loro, non solo per piangere una persona cara, ma quasi quasi per aiutarla a trovare la giusta direzione del suo viaggio di luce e di serenità infinita, una direzione non più incontro ai nostri occhi, ma incontro agli occhi di Dio.
E i nostri occhi? Abituati a divorare il mondo, capaci di contenere cose vicine e cose lontane, i nostri occhi via via si rassegnano al dileguarsi della presenza di chi ci viene a mancare sempre di più ma… che continuiamo comunque ad amare. Al di là dei nostri sensi, oltre gli stessi sensi naturali con cui entriamo in contatto con il mondo intero, solo l’amore che proviamo per la nostra cara persona defunta è l’ultimo ponte praticabile, l’unica via per prolungare il nostro incontro appassionato con lei.
Per quanto possiamo avere uno sguardo di oceano infuriato, arrabbiati a pugni stretti con chi se n’è andato via per sempre, lo scorrere dei giorni ci aiuta a recuperare il senso di molte cose, uno sguardo diverso, più largo, capace di andare addirittura oltre la nebbia che demarca la zona di confine tra vita e morte… e rimaniamo in estasi davanti a ogni dettaglio d’amore di tante persone tra loro, di tanti altri senza nome.
Aiutaci, o Signore,
a liberare i nostri occhi
da ogni forma bugiarda
presente nella nostra vita.
Sentiamo il bisogno di rifuggire ogni meschinità,
ogni illusione o apparenza,
perché avvertiamo che è solo nel profondo di noi stessi
la possibilità di restare abbracciati
al sorriso delle persone che ora sono
tra le tue braccia.
Non servono, non hanno senso,
ambizioni che ci portino lontano dalla tua quiete,
dalla tua luce, dal tuo riposo, o Signore,
da quel respiro caldo di affetto e di vita
che solo Tu ci sai dare,
a noi e ai nostri cari defunti,
perché è lì, tra le tue braccia,
che sappiamo la fede ci condurrà,
uno dopo l’altro,
uno incontro all’altro,
e l’uno e l’altro per l’eternità,
una cosa sola in Te.