alla sera del giorno
11.01.2018
Se ogni persona è una nota, se ogni persona è una melodia e un ritmo, uguali per passione e per intensità, diverse per gravità e delicatezza, che cosa può rendere unite tra loro storie differenti e originali, fin dal loro primo esistere?
Per quanto corte o per quanto lunghe possano essere, ciascuna nota giunge alla sua sera, ciascuna melodia di vita trova la sua pace nel silenzio, che tutte le avvolge alla fine di un ultimo respiro.
Così è delle persone che con noi entrano per l’ultima volta nelle pieghe di questa notte. Ci consegniamo certo gli uni gli altri, avvolti dal silenzio della medesima notte, sapendo bene che dentro quest’abbraccio alcune persone a noi care proprio lì rimarranno, negli angoli bui di un ultimo sguardo, lì anche dopo il sorgere di un nuovo mattino.
Le persone care, come tutte le persone del mondo, ci lasciano così, in silenzio, in punta di piedi, con una stretta di mano, via via sempre più, meno ferma, meno forte, meno calda…
È nel meno di una persona cara, o Signore,
che ci spaventa la violenza della morte,
del distacco e della perdita:
chi ci restituirà all’abbraccio di quella persona
cui abbiamo imparato a volere un mondo di bene,
oltre i limiti nostri,
oltre i limiti suoi?
Tu ci rassicuri, certo,
ci parli di un giorno
in cui sarà possibile ritrovare chi
non abbiamo mai smesso di accompagnare
nel nostro cuore.
E fin d’ora Tu ci chiedi di guardarci dentro
e di sentire come dentro noi, nel profondo,
nel ritmo del nostro cuore,
ancora possiamo udire i passi
delle persone a noi care.
Consolati da Te,
nel nostro respiro conteniamo il mondo,
e tutto questo lo rimettiamo nelle tue mani, Signore,
alla sera di questo giorno,
anticipo di una sera più grande e più preziosa,
quella del nostro ultimo giorno quaggiù
e del primo giorno lassù,
nella vastità del tuo respiro di Vita nuova in tutti noi.