Quando si cammina, quando si è in movimento, tra il piede destro e quello sinistro si crea uno spazio, una falcata. Anche quando si compie un balzo a piedi uniti, cioè un salto in qualsiasi direzione si voglia, si crea uno spazio.
L’andatura, il viaggio nella vita, è il risultato di spazi pieni, la misura dei piedi, e di spazi vuoti, i centimetri di suolo non calpestati lungo il percorso. Il dubbio s’inserisce qui, nei numerosissimi spazi vuoti tra il punto di partenza e quello d’arrivo, tra il primo e il secondo passo, fino alla meta del proprio cammino.
Alla fin fine, per il dubbio non è poi molto importante l’inizio, la direzione o la meta di un viaggio, fosse anche quello dell’intera vita di una persona. Ciò che, invece, conta sono gli spazi vuoti, al cinquanta per cento giusti, al cinquanta per cento sbagliati. Il dubbio concentra la sua attenzione operosa sugli spazi vuoti della vita, che alcuni riempiono con altro, ma che, al contrario, esso riempie con l’oscillante danza tra la verità e i suoi contrari.
La storia del santo patrono
Il luogo della nascita di Dubius, l’antico nome latino di Dubbio, si perde nei remoti angoli della memoria umana. Figlio unico di genitori ignoti, egli è equipaggiato di una dote d’intelligenza senza paragoni, tanto da essere capace di contrastare la – da lui ritenuta – stupidità di quanti vivono all’ombra di statici e monolitici baluardi di certezze di vita.
Attento a non lasciarsi imprigionare da ragionamenti che poggiano su verità inopinabili, fin da giovane Dubbio si spende nel combattere chiunque si definisce discepolo della verità; e la battaglia di Dubbio è serrata, usando con maestria le armi fini del ragionamento e della critica. Egli non si accontenta mai della sincerità e dell’onestà di coloro che cercano nella loro vita la gioia della sicurezza e della verità. Alla loro noia, Dubbio preferisce l’effervescenza gagliarda di se stesso, fino ad infastidire la quiete interiore di molti.
Fermo e risoluto di fronte alle sinuose lusinghe della verità, con la sua voce interiore egli non abbandona mai i suoi fedeli, anzi. All’interno di un universo di scelte da compiere a tutti i livelli della vita umana, la coscienza investigatrice di Dubbio è arricchita dalla sua esperienza di rendere opinabile la posizione e il ragionamento di chicchessia, suggerendo ogniqualvolta ai suoi interlocutori scenari alternativi di pensiero e di parola, rispetto alla natura delle loro persone e al tipo di educazione imposta loro dalle generazioni precedenti.
Il miracolo più riuscito dal patrono dell’incertezza è quello di non spegnere nella mente di chi lo venera l’eco incalzante delle domande, facendo crescere e diffondendo ovunque quel tipo di fastidio indispensabile per recare al cuore e alla mente di molti il disturbo più corrosivo, il pensiero negativo.
Due passi nell’anima
Condizione d’incertezza della mente o della volontà, il dubbio si presenta nella vita di una persona come qualcosa d’oscuro, d’incerto, che può persino raggiungere punti di disonestà e di falsità rispetto alla verità di se stessi e a quella degli altri compagni di viaggio. Incerto, non sicuro, esso può arrivare fino al punto di prendere per possibile vero, per possibile giusto, tutto e il contrario di tutto, e pensare come probabile soluzione ciò che potrebbe essere anche il suo esatto contrario.
Se animato da latente disonestà, il dubbio passa progressivamente da una iniziale e positiva ricerca della verità, dal giusto bisogno di approfondire la conoscenza di ciò che non si conosce appieno, ad una legittima perplessità, a un lieve sospetto, alla titubanza, all’esibizione di un’opinione personale inficiata però da insicurezze non risolte, a un dilemma esistenziale, a un modo distorto di vivere le relazioni interpersonali, fino a fare di se stesso, del dubbio, la qualità distintiva di tutta una vita, la propria.
Purtroppo, dubitare continuamente di tutto e di tutti, di sé come degli altri, alla lunga diventa un sistema di pensiero e d’azione, un modo malato di approciarsi al mondo, fino a crea dentro e attorno a se stessi un permanente stato incerto che genera timore, esitazione nella mente e nel cuore, un blocco nell’afferrare, nel decidersi e nel giocarsi in ogni dimensione della propria personalità per qualcosa di vitale. Giunto a questo punto, da salvagente il dubbio si trasforma nel cappio di una fune ora attorno al collo, da allarme di salvezza a disgraziato strumento di morte della bellezza dell’Io.
Pericolo Vangelo
Concordi nel presentare un Gesù senza mezze misure nelle parole e nei fatti, gli Evangelisti non si risparmiano nel ricordare e nel raccontare di lui episodi in cui, colui che si proclama Figlio di Dio, sfida la solidità della fede dei suoi compatrioti ebrei, fino ad insinuare in essi il dubbio che il Dio che stanno seguendo non sia il vero Dio, ma il frutto di un potere idolatrico.
Attorno alla sua figura, per quello che dice, per quello che fa, Gesù riscuote le più contrastanti attenzioni, espliciti apprezzamenti ed un iniziale, considerevole, seguito di folla. Non di meno il Nazareno è il motivo anche di un continuo agitarsi di coscienze.
Al tempo stesso, da fabbricatore ad arte di dubbi, Gesù diventa egli stesso la vittima dei dubbi di fede di tante persone. Molti, incrociandolo sul proprio cammino di vita, si trovano a fare i conti con un succedersi incalzante in loro di domande, interrogativi e, appunto, dubbi. Per molti la domanda resta sempre la stessa: “Ma chi è questo Gesù?”.
Di fronte, però, al patrono dell’incertezza salito alla gloria degli altari umani, Gesù non smette di richiamare nei suoi discepoli il dovere della ricerca della verità, di se stessi e degli altri, così come della verità di Dio su tutto. Da ciascuno esige l’onestà del pensiero e delle azioni, senza tentennamenti o mezze misure: “Il tuo parlare – ragionare e agire – sia sì, sì e no, no! Il resto viene dal Maligno!”.
Preghiera a san Dubbio
O beato Dubbio,
tu che hai la forza penetrante
di vincere ogni spavalda certezza;
tu che, cullato dalle onde di un mare sconosciuto,
guidi e accompagni la rotta di chi a te ricorre
per sfuggire il carcere di un porto sicuro,
difendimi dalla luce accecante della Verità:
essa abbaglia i miei occhi
e non mi lascia libero
di andare per la mia strada.
Di fronte alla foga delle loro parole,
allontana da me la schiera dei banditori di senso,
il numero crescente di quanti a piene mani
in ogni dove spargono semi di persuasione
e credono in sicurezze di vita
che tu solo puoi rendere fragili,
moltiplicando possibili scelte
e suggerendomi altri scenari possibili.
Aiutami ogni giorno
a vivere per dubitare
e a dubitare per sopravvivere
alla noia dei punti fermi nella vita.
Che, più o meno, sia così.