Più che la compagnia o il vecchio giro di amici, seguire nella vita una persona vuol dire entrare con essa in una relazione particolarmente intima, poiché proprio quella persona risulta alla nostra mente e al nostro cuore uno stimolo importantissimo, sia per la crescita umana, spirituale e professionale, sia per imparare nel tempo ad affrontare da soli alcuni passaggi del proprio viaggio con il sostegno e gli incoraggiamenti giusti.
Contrariamente a quello che ci verrebbe da pensare, seguire una persona non è semplicemente stare alle calcagna di qualcuno che viaggia un passo più avanti, ma sentirsi profondamente legati a un uomo e a una donna di spessore e di affascinante bellezza, che un giorno abbiamo incontrato per pura fortuna e che da allora ad oggi ammiriamo e apprezziamo per ciò che questa persona è e per quello che sentiamo possiamo diventare anche noi grazie al suo aiuto.
Più di altre, ci sono persone che davvero sono le uniche al mondo capaci di stimolare e di accendere dentro il cuore e la mente interessi, desideri, volontà, scelte di vita, cammini esperienziali tutti in avanti e in salita, fino al raggiungimento della meta da noi sperata, quella che ciascuno si è prefissato di conquistare con estrema libertà. Anche se poi continueremo da soli il viaggio della vita, abbiamo un debito di riconoscenza grande per chi ci ha accompagnato anche per un solo tratto del nostro cammino, per chi ha acceso i nostri motori interiori, senza la pretesa di voler poi decidere lui la direzione della nostra storia personale.
Avere un mentore, una guida nella vita, non è cosa di poco conto, neppure un’esperienza possibile e alla portata di tutti. Non si tratta solo di una persona che ci sta semplicemente vicino, fino a diventare un buon compagno di viaggio, il mentore è una persona che di suo è illuminata su tante cose della via, capace di donare gratuitamente a chi glielo chiede una mano, un consiglio, parole di incoraggiamento, un aiuto illuminante e, soprattutto, il primo a credere in noi stessi, facendoci dono della sua fiducia creativa nelle nostre capacità personali.
Gratuitamente il mentore è una guida che va oltre i limiti talvolta riduttivi di un semplice istruttore o allenatore agonistico. Ciò che sa, quello che insegna con la sua testimonianza, la guida lo ha imparato a sua volta in modo lodevole più per esperienze fatte che per diplomi conseguiti a pieni voti. La vera guida non manca di ritrovare e di contare sulla sua pelle le cicatrici e i segni del suo combattimento spirituale, perché nessuno può ergersi a maestro degli altri se prima non certifica egli stesso l’autenticità della sua testimonianza di vita, di valori e di scelte riabbracciati ogni giorno. Affaticati per i percorsi in salita, le scalate in cordata su per la montagna dei problemi, i passaggi impervi tra le cime rocciose della propria personalità, alla propria guida spirituale si dà fiducia piena, credendo nella bontà delle sue scelte, sul fatto che conosce da esperto il sentiero, i punti critici del cammino e i momenti in cui sarà possibile tirare un sospiro di sollievo, prima di giungere alla meta sudata.
Eppure c’è chi ad un tratto, a metà del viaggio, decidere di mettere da parte la propria guida, preferendo proseguire da solo. O per pigrizia, o per voglia di non faticare troppo su se stessi e negli aspetti della propria personalità su cui c’è sempre molto da lavorare, oppure per una sciocca incomprensione, o per un errore importante, ecco la scelta del bivio, infilato o con serenità o con un silenzio carico di amarezza.
Di quanta presenza a se stessi, di quanta consapevolezza del bene e del male c’è bisogno nel momento in cui si decide di riferirsi ad una persona come mentore, maestro e guida della propria vita. Quante volte bisognerebbe capire bene che in realtà noi non stiamo seguendo nessuno, tantomeno un altro essere umano come noi. Le persone da cui siamo disposti ad accettare una luce, un consiglio, uno stimolo di crescita, sono le persone che in realtà ci aiutano soltanto a seguire la nostra strada interiore, non certo a copiare e a vivere la loro vita personale; guide che ci aiutano a non perderci fuori e dento il nostro cammino esistenziale, a restare noi stessi in qualsiasi situazione e contro ogni avverso potere di coercizione della coscienza e di usurpazione della nostra libertà personale e spirituale.
La quotidiana verifica del livello di rispetto della libertà che la guida deve avere per noi e per le nostre scelte di vita, anche quelle che ad essa paiono errate, ci aiuta a capire quanto è positiva la presenza di un mentore nella nostra vita, quanta garanzia abbiamo che ciascuno sia preservato dal rischioso pericolo della dipendenza e della manipolazione. Se così non fosse, se ci fossimo infilati in un tunnel di rinuncia della propria libertà, quanto è importante e salutare se, all’occorrenza, imparassimo a dire a noi stessi e alle false guide presenti nella vita: “Mi dispiace, ma se non cammino più con te è perché ho nel cuore qualcos’altro che non sei più tu”, perché nella vita nessuno si può lasciare condurre da uno sconosciuto lontano dalla propria casa interiore.
Riportando l’accusa di ipocrisia e di opportunismo che Gesù fa ai farisei e ai maestri della Legge, l’evangelista Matteo non tralascia di inserire nel suo racconto le parole usate dal giovane Rabbi di Nazareth, espressioni che sono risultate alle orecchie degli ascoltatori dure e davvero offensive: «Siete guide cieche! Voi filtrate le bevande per non mangiare un moscerino e poi ingoiate un cammello» (Mt 23,24). Beh, come fu per Gesù, anche noi, nel momento in cui parliamo di persone guida di altre persone, non dovremmo mai dimenticarci che esistono anche le esperienze amare della fiducia, quando cioè subentra in noi il pericolo della delusione, perché ci si scopre ingannati, feriti, usati, buttati via perché non più necessari.
Dentro un percorso di fede, però, in una dimensione totalmente spirituale, ecco che la figura e il ruolo fino a quel punto molto importanti del mentore sono superati abbondantemente da quello della guida del padre e della madre spirituale, un fratello e una sorella di fede che, rispettando il valore del primato assoluto del Signore nella storia personale di ciascuno, si assumono la responsabilità di accompagnare le persone da Dio loro affidate lungo il viaggio della vita, affinché anch’esse giugno a fare una forte esperienza di fede e di salvezza nel nome del Risorto.