don sergio carettoniblog curato personalmente dall'autore
Sei Tu il respiro del mio pregare

Sei Tu il respiro del mio pregare

commento spirituale a
Lc 5,12-13.16

12 Mentre Gesù si trovava in un villaggio, un uomo tutto coperto di lebbra gli venne incontro. Appena vide Gesù si gettò ai suoi piedi e lo supplicò: «Signore, se vuoi, tu puoi guarirmi». 13 Gesù lo toccò con la mano e gli disse: «Sì, lo voglio: guarisci!». E subito la lebbra sparì.
16 Ma Gesù si ritirava in luoghi isolati per pregare.

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Più che per le parole che mi rivolgi è quando mi tocchi, Gesù, che sento dentro di me rinascere la gioia della vita.

Tu prima tocchi la mia storia in modo creativo; poi mi parli, a tal punto che in ogni piega della mia persona risplende la luce della tua Pasqua. Dalla solitudine alla compagnia, dalla separazione all’unità, dall’indifferenza alla comunione fraterna: tutto esplode di luce al semplice tuo interessarti di me e delle situazioni sofferenti della mia vita.

Tutto diventa possibile, Gesù, a un solo tuo tocco; e tutto diventa motivo di lode e di ringraziamento per così tanto amore alla lebbra della mia storia.

Ma alla fine, Tu che fai?
Mi dai l’esempio che è solo nella delicatezza della preghiera la fonte di una nuova creazione della propria identità di figli di Dio.

E varcando le porte del silenzio, senza più l’eco di altre parole, Tu stesso ora mi inviti a seguirti per sentieri non di isolamento, ma di profonda intimità e di rigenerante comunione proprio con Te… ora, da adesso, respiro del mio pregare.

 

don sergio carettoni