RUMINATIO SINODALE – 57
6° tema: “Dialogare”
Come non esiste giorno negli occhi senza i battiti del proprio cuore, così non può esserci volo di pensieri senza il movimento sonoro delle parole. Nel dialogare con se stessi, con gli altri e con il mondo attorno, tutto si colora per il passaggio delle parole che si scelgono di usare. Parole in uscita, certo, come parole altrettanto importanti in entrata, a volte oltre la necessaria e la legittima arte della difesa personale; alla fine, parole dentro e nel profondo delle stagioni della propria vita.
Oltre all’uso di parole di senso, quelle opportune, quelle che con saggezza ci accompagnano lungo i sentieri a volte tortuosi del dialogo con se stessi e con gli altri, la misura del tagliare, del ridurre, del limitare l’eccessivo delle cose da dire sta proprio nelle parole da trattenere e da non lasciarsi sfuggire.
A volte, quasi sempre molto spesso, quando le situazioni di confrontazione con i pensieri altrui, troppo diversi dai nostri, rischiano di essere fuori controllo, una sana misura delle parole da usare, quasi si trattasse di una dieta imposta, risulta sicuramente salutare a se stessi, per proteggere e per mantenere quei livelli interiori di equilibrio e serenità che per nulla al mondo possiamo vederci portare via.
In cammino dentro le più diverse esperienze di dialogo e di impegno condiviso con chi si fa a noi vicino, così come con chi a tratti è distante o avverso al mondo dei nostri valori personali, è regola d’oro la scelta di ridurre le porzioni di parole da dire per prendersi sempre più tempo per le parole da ascoltare.
E fra i due movimenti del dialogo, cioè parlare e tacere, è proprio il bisogno delle parole da ascoltare che ci dice che non è possibile vivere senza provare fame di verità e di autenticità, quando le parole accolte in noi si trasformano in energia di vita, diventano forza di senso e di relazione, fonte e significato di dedizione per il bene comune…
Non c’è dieta nell’ascolto, quando a farci dono delle loro parole sono i testimoni della passione e dell’amore che essi vivono in prima persona per ogni uomo e per ogni donna.