don sergio carettoniblog curato personalmente dall'autore
Una fede a chilometro zero?

Una fede a chilometro zero?

È possibile pensare a una fede a chilometro zero? Sì, certo! Ma non è irriverente, non può risultare una mancanza di rispetto, usare un linguaggio da produttore biologico per affrontare temi e argomenti dal carattere sacro, come sacro è l’atto del credere? Forse sì, in parte lo è, un po’ irriverente, un po’ provocatorio, ma è solo un modo un po’ estroverso di dire una verità innegabile nell’arte del credere: si crede dentro!

Anche se può essere lungo il viaggio personale per arrivare alla fede, partendo da luoghi e da esperienze di vita molto lontane dal proprio sentire interiore, dal proprio animo, una volta accettata la persona di Gesù tutto si gioca dentro là proprio vita, dentro se stessi, e ogni passo e ogni gesto di fede è vero nella misura in cui lo si compie dentro il proprio cuore, dentro la propria mente.

Proprio per rifuggire da qualsiasi intimismo spirituale, è chiaro che la fede va poi messa alla prova, sia all’interno delle relazioni interpersonali con le altre persone credenti, sia con le persone non credenti, comunque sia compagni di viaggio in questo mondo; un fede da verificare con chi fa fatto di Gesù il centro della sua vita e anche con chi invece ha scelto tutto ciò che è alternativo rispetto alla centralità del Cristo.

Nella concretezza la fede diventa e alimenta quelle risposte di amore verso le tante situazioni di bisogno e di disumanità presenti nella storia di molte persone. È vero che la fede va poi celebrata insieme, all’interno della medesima comunità di appartenenza, per trasformarsi da una fede personale a una fede condivisa nello spirito dell’unità. Perché la fede sia autentica ci sarebbe bisogno di mille altre cose ancora, ma tutto ha un senso se la fede è espressione di quanto la persona credente sta vivendo dentro se stessa.

L’atto del credere è un’adesione convinta, appassionata, definitiva, globale di tutto se stessi alla manifestazione che il Signore ha fatto di sé nella vita di ogni singola persona, tanto che non è errato pensare che si crede a titolo personale, con tutto se stessi, ma subito dopo nella dimensione allarga però di una relazione vitale con gli altri credenti, con il mondo intero.

C’è allora da prendere in considerazione il miracolo del chilometro zero, sia nella vita di fede della singola persona, sia nella vita di fede dell’intera comunità cristiana. Un intreccio di chilometri che non portano mai lontano da se stessi, semmai dentro se stessi, nelle profondità del proprio sentire e vivere la presenza di Dio e del calore del suo amore.

Anche se si potrebbero dire molte altre cose, prendere in considerazione cioè moltissimi e più completi aspetti della vitalità della fede cristiana, direi di fermarci qui, al primo punto, alla prima affermazione: il viaggio della fede è dentro! Giusto per non guardare a chissà quali mete e a quanti punti intermedi da raggiungere, semmai focalizzando al meglio quale sentiero interiore scegliere fin da subito e, soprattutto, quando decidersi di muovere il primo passo sul cammino della fede, sapendo benissimo che è nella fedeltà, è nella costanza, è nella tenacia che ci giochiamo davvero la possibilità di raggiungere… Dio!

Non resta altro da fare, per iniziare il viaggio della fede, che riempire la propria bisaccia con quanto ci tornerà utile fin dal primo passo, Parola, Sacramenti e Fraternità in Gesù.

don sergio carettoni