RUMINATIO SINODALE – 35
4° tema: “Celebrare”
Ci vuole un’abbondante dose di saggezza, di presenza a se stessi, un consistente grado di libertà per giungere a fare alcune scelte definitive. Spesso si arriva a un passo di questa importanza dopo tempo e tempo di riflessione, una cascata di istanti in cui ci si è presi una pausa dalla vita attorno per entrare in contatto profondo con la vita dentro. Non che si tratti di due vite separate e in contrasto tra loro, questo no, ma di due dimensioni del proprio esistere questo sì: il mondo dentro e il mondo fuori.
Sicuri di non giungere alla soglia delle scelte importanti nella vita solo perché condizionati da persone e fatti che ci hanno attraversato e abitato per giorni, l’atto di attraversare quella porta esistenziale, che ci introduce nella fine o nell’inizio di un frammento di storia personale, ogni decisione chiede di essere illuminata dentro da qualcosa che alla fine di tutto risulti essere una felice e autentica occasione di liberazione, di auto realizzazione, di nuova relazione con sé e con gli altri.
Non si decide nulla nella vita, nulla che sia serio e duraturo, lasciandosi solo trasportare dal vento degli eventi, semmai continuando a seguire, «spem contra spem» (cioè, speranza contro ogni speranza), la propria luce interiore, il senso profondo del proprio esistere e vivere nel mondo.
È scelta ispirata quella che porta a discernere, compiere e realizzare nel tempo decisioni importanti e dal carattere definitivo. Non è uno slalom tra i mille problemi, grandi o piccini che siano, un adattamento continuo agli imprevisti di ogni giorno, bensì misura di se stessi e di quanto ci abita nel cuore e nella mente, ponendoci di fronte al mistero grande e avvolgente dell’Infinito dentro e sopra di noi.
Del resto, i tanti tunnel della vita ci aiutano a crescere nel desiderio di non smettere mai di celebrare i frammenti luminosi di quella Bellezza che ci rende a nostra volta un segno luminoso nel mondo.