RUMINATIO SINODALE – 27
3° tema: “Prendere la parola“
A un solo trillo l’attenzione è bella che rubata. Anche se immersi dentro una lettura interessante o la visione di un film del tipo di quelli che non ammettono distrazioni, basta un trillo del proprio cellulare per interrompere un tempo poco prima scelto a propria dimensione.
La vita degli altri ci raggiunge così, in tanti modi e per vie sempre più capaci di varcare i limiti di protezione che decidiamo di fare nostri nei diversi passaggi della giornata, dal mattino alla sera, dalle ore di lavoro a quelle di pausa e di casa, dagli istanti di raccoglimento a quelli di svago e di gustoso divertimento. Un trillo ci raggiunge sempre e, più che fuori, dentro il profondo di noi stessi. È qui che un trillo annuncia l’arrivo di un messaggio pronto a legare la nostra storia personale a quella di chi ha scelto di prendere parola nella nostra vita.
Ma siamo anche noi che, al tocco di un semplice click di invio, ora virtualmente partiamo per il nostro viaggio di parole scritte o registrate; e a ogni sillaba con in animo il desiderio, la voglia e la speranza di raggiungere per davvero – oltre i confini limitanti della nostra fisicità – proprio quelle persone che intendiamo intercettare e incontrare lungo il loro viaggio con un qualcosa di noi. Che avventura!
Al di là della sola capacità di stare al passo con la loro continua mutazione, sapere usare il sistema dei media sa molto dell’arte di prendere o di concedere, di dare e di donare agli altri la duplice dimensione di se stessi: mente e cuore.
È la più difficile conquista che una persona possa fare, quella di apprendere lo stile di un dialogo in presenza o virtuale, comunque sia, un percorso a pelle proprio dentro la preziosità delle relazioni umane, là dove ciascuno prendere fisicamente parola nella vita di chi lo accoglie, sapendo che il suo passaggio lascerà un segno, una scia di coinvolgente fraternità.